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L'uomo senza cappello e la donna con le scarpe grigie

 

Capitolo 1

 

La donna con le scarpe grigie (vai al paragrafo 1.1) e col vassoietto di plastica in mano raggiunse la compagnia di sei amiche con cui trascorreva tutti i fine settimana. Si sedette sulla panca, appoggiò il vassoio sulla tavolata e questo diede l'inizio a uno scoppiare di risa e di buonappetiti, e tutte cominciarono a mangiare. Era domenica e il gruppo si era trasferito alla sagra del fungo di un paese non lontano dalla città, e aveva aggredito senza pietà i malcapitati, dopo che questi erano stati deportati dalla Romania in Italia e poi a lungo seviziati e torturati nei tendoni bianchi delle cucine. Le donne erano aggressive e intenzionate a non fare prigionieri.

 

All'altro capo della tavolata si stavano sedendo due uomini, anch'essi coi loro vassoi bianchi in mano, poi altri tre, poi uno ancora, e il gruppo degli uomini e quello delle donne erano oramai a contatto, tranne che per il posto vuoto di fronte alla donna con le scarpe grigie. Poi anche quest'ultima separazione fu colmata con l'arrivo dell'ultimo componente della compagnia maschile: l'uomo senza cappello con le sue fettuccine ai porcini e il piatto di porcini fritti. Altre risa, altri buonappetiti e anche il settore maschile del tavolo iniziò il pasto.

 

Dalla compagnia di uomini, a un tratto, si alzò un biondo, con il bicchiere pieno di vino in una mano e una bottiglia di nebbiolo nell'altra: - Propongo un brindisi per l'altra metà del nostro tavolo! Noi siamo sette come i fratelli Cervi, voi siete in sette come le compagnie petrolif... anzi, come i vizi capitali, che ci abbiamo anche noi il nostro vantaggio: non può essere solo il caso ad averci fatto incontrare. Anzi, se riuscissi a capire chi di voi è la lussuria sarei ben contento.

Il brindisi ebbe successo: i bicchieri avrebbero tintinnato, se solo non fossero stati di plastica, le bottiglie di vino iniziarono a superare il confine tra i due gruppi e a mischiarsi nel tavolo, poi anche le persone iniziarono a mescolarsi abbandonando i gruppi di origine. Dopo dieci minuti c'era una tavolata popolata da un insieme unico, omogeneo, affiatato e vociante di uomini e donne.

 

Non siate così superficiali, guardate meglio e capirete che non è proprio così. Esattamente nel centro del tavolo, in quella che spesso è la zona più rumorosa di una tavolata, c'erano due persone che ridevano, e bevevano, e dicevano spiritosaggini. Ma si ignoravano completamente: l'uomo senza cappello non aveva scambiato una parola, ma che dico, neanche uno sguardo con la donna di fronte, e la donna di fronte, quella con le scarpe grigie, contraccambiava pienamente il disinteresse per l'uomo. Senza intenzione, senza malizia e volontà, però si ignoravano, come un sasso ignora la pianta che gli sta a fianco.

 

Erano le cinque del pomeriggio quando, tra oscillazioni e rigurgiti, il gruppo si alzò dalle panche e ci fu un gran scambiarsi di nomi, di numeri di telefono, di promesse di richiamarsi, magari già per la prossima sagra dell'agnolotto d'asino, e di baci e saluti. Fu un gran successo il pranzo in compagnia, che addirittura due di loro, Giulia e Aldo (vai al paragrafo 1.2), si sarebbero fidanzati di lì a poco. Ma i nostri due protagonisti no, loro si erano rifiutati di conoscersi.

 

Capitolo 2.

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Carlocinato.com è a cura di Carlo Cinato.